Il Rischio in adolescenza – seminario della prof.ssa P. Carbone

IL RISCHIO IN ADOLESCENZA – 21 Settembre 2018

Riprendono i Seminari formativi del Progetto Educativa di strada, in collaborazione con il V Municipio di Roma Capitale.
Ad  inaugurare il secondo ciclo di incontri è la Professoressa Paola Carbone (Psichiatra, Psicoanalista SPI, Presidente e Docente del Corso di formazione ARPAd, Docente presso l’Università La Sapienza di Roma con la cui collaborazione ha in attivo uno Sportello sul rischio in adolescenza presso l’Ospedale Sant’Eugenio) con una lezione magistrale riguardante il tema del Rischio in adolescenza.
La Professoressa apre le porte alla Sala avvicinando i partecipanti attraverso la lettura di un articolo de La Repubblica in cui si tratta di un grave incidente a carico di un giovane, esitato   nella   sua morte.   Invita   i   partecipanti  ad una riflessione circa il contesto, le circostanze, la storia del giovane e a non cadere in considerazioni troppo frettolose e superficiali riguardo la “casualità” dell’evento. Da subito l’ascolto dei partecipanti viene quasi rapito e prende forma nella sala un assetto interno profondo e intelligente che chiama ognuno alla riflessione e al confronto con la propria esperienza personale e professionale, in uno scambio continuo tra il proprio bagaglio e ciò che via via emerge dall’interazione con la conduzione.
La Professoressa prende a prestito dei puntuali ed efficaci esempi clinici provenienti dall’esperienza di Colleghe impegnate nella ricerca sul rischio e riguardanti il modo in cui i ragazzi che arrivano in Pronto Soccorso a causa di un incidente riportano la propria esperienza. Fa notare come la nostra attenzione dovrebbe orientarsi verso la qualità emotiva del racconto che l’adolescente porta e su come egli stia a modo suo costruendosi un’idea delle ragioni che lo espongono ad esperienze rischiose. Distingue così il rischio “buono” (come possibilità di mettersi alla prova) da quello “cattivo” (con valenze distruttive).
Con Rischio buono intende quella qualità di compiere delle prove, di fare dei tentativi in adolescenza che consentono di apprendere dall’esperienza all’interno di un contesto maggiormente disponibile a proteggere. Potremmo quindi dire che una certa quota di rischio in adolescenza può esser considerata come un comportamento fisiologico in una fase specifica di crescita. È in adolescenza che si scopre la finitezza della propria esperienza, il tempo dell’infanzia è un tempo lineare e infinito mentre in adolescenza si scopre la caducità e l’adolescente attraverso alcuni dei suoi comportamenti mira a negare questo sentimento doloroso. È in questo senso che molti comportamenti a rischio sono finalizzati a decretare l’immortalità.
I riferimenti e gli interventi dei partecipanti portano a toccare il tema lambendo le sue radici che vanno cercate nel sofisticato e appassionante intreccio di neurofisiologia, antropologia e psicologia, che insieme influenzano lo sviluppo umano.
Una mattinata calda, coinvolgente, ricca e stimolante, preziosa per comprendere sempre di più la mente adolescente.
Un sentito ringraziamento alla Prof.ssa Carbone che ha gentilmente, generosamente e umanamente condiviso le sue competenze lasciando tutti soddisfatti e col desiderio di continuare ad alimentare il dialogo, ci auguriamo, attraverso future forme di collaborazione.
A tal proposito ricordiamo il prossimo e conclusivo appuntamento di venerdì 28 Settembre con la Dr.ssa Simona Trillo che ci parlerà dell’integrazione tra le istituzioni.
Ancora grazie a tutti i partecipanti che con la loro presenza e i loro interventi hanno contribuito alla buona riuscita della giornata.

Recensione a cura di:

Dr.ssa Maria Katiuscia Zerbi
Socia e Responsabile del Progetto per Rifornimento in volo, Socia ARPAd

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