L’INTEGRAZIONE INTERISTITUZIONALE – 28 Settembre 2018
Si conclude oggi il Ciclo di seminari formativi sull’adolescenza promosso dal Progetto Educativa di strada in collaborazione con il Servizio Sociale del V Municipio di Roma Capitale, a cura dell’ARPAd (Associazione Romana di Psicoterapia psicoanalitica per l’Adolescente e il Giovane adulto).
A parlarci del tema della Integrazione interistituzionale è la Dr.ssa Simona Trillo (Neuropsichiatra infantile presso il TSMREE RM2 e Psicoterapeuta ARPAd).
La Dottoressa, da anni impegnata in prima linea in un Servizio sanitario rivolto ad azioni di cura per adolescenti, mette a disposizione tutta la sua conoscenza, competenza e ricerca sul tema, a testimonianza di un pensiero appassionato, sempre vivo e in continua evoluzione, teso a ricercare la migliore articolazione possibile nel campo della progettazione di interventi di cura che spesso vedono coinvolti diversi attori appartenenti al Servizio pubblico e al privato sociale (ASL, Municipio, Associazioni e Cooperative del terzo settore, Comunità terapeutiche, Case famiglia).
La Dottoressa parte da quella che potremmo definire una “rassegna” della condizione italiana riguardo i Servizi di cura per adolescenti, per poi offrirci un’immagine più dinamica riguardante l’evoluzione numerica degli accessi ai Servizi degli ultimi anni. Riporta la presenza di buoni modelli integrativi sociosanitari nel nostro Paese, con linee guida valide ma evidenzia la necessità di compiere uno sforzo integrativo che sembra ancora da perfezionare.
S. Trillo mette a fuoco la situazione della Regione Lazio, e di Roma in particolare, che ha subito recentemente un accorpamento tra diverse ASL, azione che ha fatto emergere delle criticità. Trillo: <<…uno sguardo alle statistiche ci dà testimonianza delle ragioni della sofferenza dei Servizi: negli ultimi due anni le emergenze psichiatriche sono aumentate del 25%, la domanda al TSMREE è aumentata del 45% negli ultimi 5 anni e i ricoveri del 28%>>. Ci invita così a considerare, per meglio leggere ed interpretare i numeri, l’aumento della popolazione straniera e l’emergere di psicopatologie complesse (come ad esempio quella del fenomeno giapponese dell’ Hikikomori) che necessitano di una forte integrazione tra Servizi e di operatori con competenze specifiche, nonché l’attivazione di più servizi d’aiuto.
Trillo: <<Roma al momento ha solo due servizi pubblici per adolescenti (il Servizio di Neuropsichiatria infantile di via dei Sabelli e l’Ospedale Bambin Gesù, che offre la possibilità di accedere da tutte le regioni d’Italia). Se le risorse sono così esigue bisogna creativamente costruire nuove forme di intervento. Tutta la ex ASL RMB non ha un centro diurno e la ex ASL RMC ha un diurno post acuzie con soli 8 posti. Mancano i servizi a valenza terapeutica. Ci sono solo 2 comunità terapeutiche. Abbiamo bisogno di risposte specifiche per l’adolescente in quanto sono cambiate le forme di espressione del disagio. Sono aumentati i disturbi della condotta degli adolescenti (abuso di alcool e autolesionismo in particolare) e si è abbassata l’età di insorgenza del disturbo. In adolescenza, è importante distinguere le urgenze psichiatriche in cui è l’emergere improvviso di sintomi psicopatologici a rendere urgente una risposta tempestiva sul piano di cura (come accade per gli adulti e raramente in adolescenza) dalle emergenze in cui in primo piano è l’incapacità dell’ambiente a contenere il comportamento dell’adolescente e/o l’assenza o inadeguatezza delle risorse della comunità e dei Servizi di prendersi cura del disagio prima che la gravità assuma le caratteristiche di una acuzie e in certi casi renda possibile rinviare l’intervento. Quindi bisogna attivare dei servizi di interventi e cura integrati in quanto il servizio pubblico non è in grado da solo di rispondere>>.
La Dottoressa spazia anche sul tema delle adozioni, dove sembra riscontrarsi un aumento delle difficoltà legato alle rotture del legame e ciò comporta un investimento, in termini di cura, non indifferente in quanto in alcuni casi si arriva all’inserimento in Casa famiglia del minore e alla necessità, contemporanea, di curare il legame con i genitori adottivi così da predisporre il rientro in famiglia per non far rivivere l’abbandono. Un buon esempio di integrazione è fornito dal riferimento ad un caso clinico in cui è stato necessario coinvolgere (oltre ai Servizi territoriali rappresentati da ASL e Municipio) un Compagno Adulto specializzato per l’adolescente in carico e un sostegno alla genitorialità – messi in campo dalla Cooperativa Rifornimento in volo – in sinergia con la Casa famiglia presso cui è inserito il ragazzo.
Un altro tema cui fa riferimento è la migrazione, dove sempre più spesso immigrati di prima e seconda generazione accedono ai Servizi, e ciò rende necessario attrezzarsi per entrare in contatto con altri codici culturali.
Chiuderei così la recensione di quest’ultima giornata, con le parole e le riflessioni della Dottoressa e con l’invito a continuare a ragionare circa le trasformazioni societarie e su come queste tocchino ognuno di noi, chiamandoci ad assumere una responsabilità etica e professionale sempre maggiore, raggiungibile attraverso il confronto, lo scambio, il dialogo tra istituzioni, nonché la formazione continua.
Recensione a cura di:
Dr.ssa Maria Katiuscia Zerbi
Socia e Responsabile del Progetto per Rifornimento in volo, Socia ARPAd
segreteria@riforninentoinvolo.it